Da anni, Selvaggia Lucarelli si scaglia contro taxi e tassisti. Senza permettere il contraddittorio, li ha definiti "mafiosi", "delinquenti", "ladri", "nullafacenti", "sanguisughe", "buffoni", "evasori" ecc. — ricordiamo che la Lucarelli è stata già condannata per diffamazione aggravata — ma soprattutto, tenetelo bene a mente perché ci ritorneremo, si lamenta che… "fanno i prezzi alti". Evidentemente, la Lucarelli non sa che il tariffario dei tassisti viene stabilito dalla Regione di appartenenza — o in altri casi dal Comune, come da Roma a Fiumicino aeroporto ecc. — e non dal singolo tassista. Tuttavia, pretendere che sia informata circa gli argomenti di cui (s)parla è chiedere troppo, quindi passiamo oltre. Notiamo, inoltre, che nessun tassista al mondo — ripetiamo: nessuno — aveva mai trattato male la Lucarelli, né esisteva qualcuno che ce l'avesse con lei personalmente, per lo meno prima che la blogger di Civitavecchia iniziasse sui social network la sua crociata contro il mondo dei taxi, finalizzata a raccattare un po' di click e condivisioni usando ridicoli titoli clickbait: "Eccovi un tassista ladro" oppure "Guardate questo mio incredibile scoop contro un tassista che forse ha il POS rotto". Ovviamente, il diretto interessato non ha la possibilità di rispondere; oppure, se mai la avrà — tipicamente qualche giorno dopo o qualche settimana dopo… vecchio trucco della Lucarelli — è ormai troppo tardi perché la fake news è stata già ampiamente diffusa, e quindi il danno è irrimediabile.
Se davvero Selvaggia Lucarelli fosse un'esperta di taxi nonché profonda conoscitrice del mondo dei tassisti, perché non vuole mai confrontarsi pubblicamente con i rappresentanti della categoria? Se ci fate caso, le ospitate della Lucarelli da Formigli — escludiamo per il momento Ballando con le stelle, dove per fortuna non si è ancora messa a chiacchierare di taxi — sono sostanzialmente dei monologhi in cui se la suona e se la canta da sola, dicendo di sapere tutto sul "brutto ambiente malavitoso" dei tassisti, ma senza che nessun tassista possa replicare alle sue deliranti elucubrazioni. E pensare che i tassisti sono migliaia: non sarebbe difficile, per Formigli, trovarne almeno uno da invitare per confutare quello che racconta la Lucarelli. Invece, non si può replicare né in studio né per telefono! Rifiutandosi di invitare i tassisti e quindi permettendo a Selvaggia Lucarelli di delirare da sola, Corrado Formigli ha mostrato di essere molto scorretto.
Se vi state chiedendo: "Sì d'accordo ma… perché la Lucarelli se la prende proprio con i tassisti"? Continuate a leggere questo articolo e scoprirete quale enorme interesse economico c'è dietro.
Nel ribadire il concetto errato secondo cui "il prezzo lo fa il tassista", la Lucarelli mostra di confondersi con gli abusivi, che, per definizione, non sono sottomessi a regole. Di fatto è che quello che può avvenire anche dentro Uber, per due motivi:
qualsiasi tassista abusivo può reinventarsi "autista di Uber", oppure farlo in contemporanea: di fatto, ai tempi in cui in Italia c'era ancora UberX, molti tassisti abusivi si erano riciclati come autisti di Uber. Peraltro alcuni NCC si riciclarono come Uber Black ecc., tutti dettagli che la Lucarelli mostra di non conoscere, ma non dilunghiamoci;
non c'è alcuna garanzia legale che l'app di Uber applichi le stesse tariffe a tutti, né che restino costanti nel tempo: chi ha esperienza e l'ha utilizzata in vari paesi del mondo, sa benissimo che il prezzo varia arbitrariamente in base al quartiere e soprattutto all'orario — con l'applicazione dei famigerati "fattori X2" o "X3", solitamente a ora di pranzo. In altre parole, nessuno può controllare niente.
Nel continuare a sostenere che i tassisti sono degli avanzi di galera, Selvaggia Lucarelli lascia intendere che la multinazionale Uber sarebbe una sorta di grande ente di beneficienza mondiale costituito da persone che si adoperano per il bene dell'umanità. Sì, ci vogliono così tanto bene che il fondatore ed ex proprietario Travis Kalanick si è dovuto dimettere — e ha cambiato definitivamente mestiere — a seguito di uno scandalo di abusi sessuali. La Lucarelli non dice neppure che Uber è tuttora alle prese con centinaia di cause per molestie sessuali (fonte: Ansa). Ma come, si atteggia a paladina delle donne e fa un podcast commerciale sugli abusi sessuali, mentre "si dimentica" proprio di questa vicenda? È ridicolo, per non dire agghiacciante.
Oltretutto, la Lucarelli tace perfino sul colossale scandalo degli Uber Files, ovvero il giro internazionale di mazzette che, secondo testimonianze e documenti degli ex dirigenti e quadri dell'azienda, la multinazionale ha pagato a politicanti di vario genere e provenienza, tra cui Macron, Biden, Scholz e Johnson — e perfino a forze di polizia… — affinché venisse tollerata la diffusione della poco limpida app closed-source, di cui non è possibile ispezionare il codice sorgente per stabilire se tratta lecitamente i dati personali degli utenti, manovrata da un anonimo secondo criteri del tutto arbitrari e inevitabilmente irrispettosi delle leggi di ciascuno stato — poiché ogni stato del mondo ha leggi diverse — a discapito degli altri mezzi di trasporto già disponibili in loco.
E qui casca l'asino, cioè la Lucarelli. Ci stiamo gradualmente avvicinando al vero motivo per cui la Lucarelli trascorre le sue giornate a odiare pubblicamente proprio i… taxi.
Recentemente, i principali quotidiani italiani hanno fatto notare che, nel mare magnum degli Uber Files, compare anche un noto nome italiano. Attenzione, è italiano, e non "svizzero" come dice il diretto interessato. Si tratta di Carlo De Benedetti, ovvero l'editore della Lucarelli. Si dà il caso che De Benedetti sia stato pure il principale azionista italiano di Uber (negli USA), e, secondo i documenti pubblicati dagli ex dipendenti di Uber, si sia dato molto da fare per imporre Uber in Italia. Tale comportamento appare perfino contraddittorio, perché ormai De Benedetti, dopo avere spostato la residenza fiscale in Svizzera, dice di essere "svizzero" — pur avendo la cittadinanza italiana — e di non dovere pagare le tasse in Italia. Ad ogni modo, sorge spontanea una domanda: per caso Selvaggia Lucarelli attacca i taxi proprio perché viene pagata da De Benedetti? È pacifico, infatti, che De Benedetti abbia tutto l'interesse a parlare male dei i taxi, volendoli rimpiazzare con una multinazionale da cui trae profitto e per la quale si è impegnato molto, perfino con iniziative politiche ai tempi del governo Renzi. La risposta della Lucarelli è immediata: "No, io lavoro al giornale Domani di De Benedetti da poco tempo; i tassisti li attaccavo da prima". Falso! Non è vero che la Lucarelli ha a che fare con De Benedetti da poco tempo: lei lavorava a radio Capital… che, guarda caso, era anch'essa di proprietà di De Benedetti.
Morale della storia: la Lucarelli è sempre stata pagata da De Benedetti, azionista e lobbista di Uber.
In realtà, non si deve sottovalutare un altro problema di fondo, che va rintracciato nella summenzionata lamentela secondo cui "i tassisti fanno i prezzi alti". Come documentato in un precedente articolo sulle sue vacanze a scrocco, Selvaggia Lucarelli ha il vizietto di non pagare per i costosi servizi che ordina. Telefona ai tassisti, si fa venire a prendere sotto casa, richiede un lungo tragitto che, prevedibilmente, costerà più di 50 euro ma… alla fine, proprio al momento di pagare, spuntano i problemi, pur avendo usufruito di un servizio erogato regolarmente.
T: Signora, il POS è rotto
SL: Sei un delinquente evasore!
T: Aspetti, adesso forse ha ripreso a funzionare con VISA e Mastercard
SL: Ho solo American Express
T: Ecco, ho abilitato pure American Express
SL: Oh mannaggia, forse la carta si è smagnetizzata. Allora io non pago. Infame! Fascista! Sei la peggiore razza d'Italia!
[A questo punto la Lucarelli mette anche in scena una reazione isterica]
E via discorrendo. In pratica, ogni scusa è buona per non pagare. Se infatti il problema fosse stato il funzionamento del POS, perché non l'ha fatto presente prima di salire sul taxi e usufruire di tutta la corsa? Avrebbe potuto chiedere "Scusi, qui da lei il POS funziona?" e poi decidere se salire o meno; lei invece fa il contrario: prima fa tutta la corsa, e alla fine spera che il POS sia rotto, così non paga. È un vecchio trucco della Lucarelli, utilizzato spesso, come abbiamo già visto in questo sito, anche in altri contesti.
La sua rissa con un tassista barese, che tra l'altro era stato molto educato con la Lucarelli e che aveva effettuato tutta la prestazione richiesta, è passata alla storia dei video trash perché la Lucarelli aveva registrato (abusivamente) un filmino che ha subito dato in pasto ai social network, dicendo che i tassisti sono "la peggiore razza d'Italia" e che quindi lei era autorizzata a "non pagare" (in effetti, tanto per cambiare non ha pagato). Purtroppo però il problema non è circoscritto alla sola Bari: la Lucarelli è nota principalmente per le risse a Roma e Milano, anche se non le ha trasmesse su nessun social network.
Si noti, inoltre, che la maggior parte dei mezzi pubblici di linea non accetta il POS. In pratica, se dovrai salire sull'autobus, al 99% non potrai pagare col POS. Eppure, Selvaggia Lucarelli non si è mai lamentata: gli unici che devono avere un POS impeccabile sono i tassisti, e non i gestori di mezzi pubblici di linea né tantomeno altre categorie di esercenti. E che razza di ragionamento è? Se vuoi fare una vera battaglia a favore del POS — che poi equivale a fare una battaglia a favore delle banche, ma sorvoliamo — dovresti dire che il POS va usato ovunque, e non solo dentro il taxi. Ma poveretta, tutto sommato non vogliamo accanirci su di lei, perché è evidente che non abbia abbasta cervello per arrivare a capire la questione. O meglio, poiché le fa comodo continuare a prendere il taxi senza pagare, lei parla solo di questo e tralascia tutto il resto.
Un'altra accusa che Selvaggia Lucarelli rivolge di frequente ai tassisti è che sono tutti fascisti. In pratica, secondo la Lucarelli, se una persona si trova un lavoro da tassista, allora significa che è un fascista (fa anche rima). Ma in che mondo vive? Evidentemente non sa che nei sindacati dei tassisti ci sono anche persone dichiaratamente di sinistra, che in passato hanno protestato contro PD o Fratoianni… proprio perché ritenuti rappresentanti di una sinistra parlamentare "troppo annacquata" rispetto agli ideali della vera sinistra di una volta, quella che lottava assieme ai lavoratori, inclusi i tassisti. Ma la Lucarelli ha capito l'esatto contrario, cioè che quelle persone protestano perché sono "fascisti", e non perché, in realtà, stanno più a sinistra di PD e Fratoianni. I tassisti sono tanti, e in giro si possono trovare persone che hanno votato più o meno tutti i partiti. Può darsi che qua e là spunti qualche fascista, ma di sicuro non mancano neppure i comunisti. C'è anche chi da giovane votava in un modo, e poi ha cambiato — sia da una parte che dall'altra — ma questo succede praticamente ovunque; è fisiologico. E tra l'altro, se lei dice di odiare i fascisti, e i taxi sarebbero tutti fascisti, perché si ostina a prendere i taxi? Prendi una cosa che non sia fascista, no? Sembra quasi che i taxi li abbia introdotti Mussolini. Se qualcuno avesse introdotto anche un cervello per la Lucarelli, sarebbe stato meglio.
Nessuno obbliga Selvaggia Lucarelli a prendere i taxi. Le alternative esistono, e per esempio si chiamano mezzi pubblici di linea, che sono molto meno costosi e più ecologici. Se non funzionano, o se funzionano male, non deve riprendersela con i tassisti, bensì con il sindaco del suo comune. Ma lei non può mica abbassarsi al trasporto pubblico di linea: vuole un autista che la venga a prendere sotto casa, come Berlusconi. Non è obbligatorio per legge prendere il taxi, e nessun medico ha ordinato a Selvaggia Lucarelli di andare in giro in taxi, per giunta senza pagare. Quindi la smettesse di frignare! Il miglior modo per boicottare i tassisti è non prendere i taxi; lei invece li prende e poi non paga. Poco dopo, per giustificare il suo comportamento, scrive post a raffica sui social network dicendo che "il tassista è un delinquente". È la stessa tattica che ha usato la scorsa estate per non pagare l'affitto.
Quelle della logorroica Lucarelli sono solo banali chiacchiere: infatti, sebbene esista qualche fruttivendolo che non ha il POS, la Lucarelli continua a comprare e mangiare frutta; oppure, continua ad andare al bar anche se esiste qualche barista che non fa lo scontrino. La verità è che alla Lucarelli non importa assolutamente nulla del POS o dello scontrino, anche perché lei non rappresenta l'Agenzia delle Entrate o men che meno la Guardia di Finanza. Non risulta, per esempio, che abbia mai fatto crociate contro i fruttivendoli che non usano il POS o che non fanno lo scontrino; intendiamoci, meglio così, altrimenti altre centinaia di padri di famiglia dovrebbero perdere tempo e lavoro per fronteggiare le sue insulse elucubrazioni da social network. E se non vuole che gli altri la insultino, innanzitutto non deve cominciare a insultare gli altri, e deve rispettare la dignità professionale di tutti i lavoratori. Ma poi per quale motivo continua ad attaccare intere categorie di lavoratori? E da quale pulpito… proprio lei che racconta di essere giornalista, ma non è vero. La realtà è che Selvaggia Lucarelli, un personaggio trash socialmente pericoloso e con la testa montata che si diverte a rovinare la vita della gente, dovrebbe curarsi al più presto, anziché essere pagata con denaro pubblico dalla RAI.