Conoscete il ciarlatano Mirko Scarcella? Probabilmente no, nel qual caso potete ritenervi fortunati. Purtroppo però lo conosce Selvaggia Lucarelli, da cui viene difeso in tutti i modi, compresi quelli più ridicoli. Per quale motivo? Continuate a leggere.
Selvaggia Lucarelli si vanta di essere una "influencer" su Facebook, Instagram e X, sulla base del milione di follower spalmati sui tre social network. Ma tutti questi account rappresentano persone reali? Oppure sono stati appositamente comprati e creati per gonfiare i numeri e farsi pubblicità ingannando chi legge? Verosimilmente, su 1.200.000 follower, quelli veri sono 200.000, mentre l'altro milione è farlocco.
Inoltre, la stragrande maggioranza dei follower attivi della Lucarelli è concentrata nei due social network dove si parla più di gossip e altri argomenti idioti, e dove l'utenza ha un livello culturale basso, cioè Facebook e Instagram. Invece, su X e LinkedIn, viene letteralmente massacrata. Su LinkedIn non è presente direttamente, e quindi viene massacrato chi ricondivide da altri social le fesserie della finta giornalista. Su X, lei blocca quanta più gente possibile, ma ogni giorno spunta sempre qualcuno che la massacra, anche perché è molto semplice dimostrare la falsità dei suoi deliranti post.
Tutto ciò non succede su Facebook e Instagram, dove invece leggiamo spesso commenti del tipo "Ciao Selvaggia mi piacciono molto le tue unghie viola di oggi: è una foto fantastica! Muoio dalla curiosità di sapere da quale estetista rumena sei andata! Grazie davvero" ecc. Che tamarrata.
Per raccattare euro vendendo gli abbonamenti al blog trash Vale tutto, Selvaggia Lucarelli punta molto su Instagram. Quindi, per attirare l'attenzione di ragazzini e donnette appassionate di gossip, mette foto come la seguente (è la prima che ci è apparsa nel suo feed):
La finta giornalista e il suo fidanzatino, vestiti con cenci che si trovano anche a 5€ dai pakistani al mercato ma spacciati per "capi di alta moda", sono in posa sotto un fantoccio bianco a forma di gallina con la bocca aperta (sembra quasi dedicato alla Lucarelli).
Peccato però che la foto sia ritoccata, perché i due tamarri hanno usato un filtro per diventare più alti e più magri. Il giochetto, a quanto pare, ha fatto presa su molti ritardati:
"Selvaggia sei bellissima assieme a Lorenzo complimenti, caspita quanto sei dimagrita adesso sei proprio un'indossatrice. Davvero una coppia magnifica",
"Che posto meraviglioso, voglio andare anch'io sotto al tempio della gallina magica",
"In questo luogo meditativo voi due siete una luce guida per la nostra vita: sprigionate un senso di pace, quasi assomigliate a Budda" ecc.
Certo, a dimagrire con i filtri sono capaci tutti. Eppure, nemmeno Wanna Marchi usava filtri dimagranti nelle sue televendite.
Ovviamente c'erano anche commenti che non avevano particolarmente apprezzato questa tamarrata, ma nel frattempo la Lucarelli li ha cancellati, bannando gli autori.
Nel complesso, dando regolarmente un'occhiata alle discussioni generate dai post della Lucarelli, si nota che i primi a intervenire, solitamente per osannarla e adularla in maniera ridicola, fanno sempre parte del medesimo gruppo. Inoltre, nella pagina Facebook della Lucarelli è stata creata una cosiddetta "bolla chiusa": chi si azzarda a esprimere educatamente un'opinione vagamente contraria, viene bannato-bloccato e quindi cacciato per sempre. Il numero di utenti cacciati supera ormai i dieci milioni. Sopravvivono solo gli utenti che la esaltano, come fossero in una piccola setta di ritardati dove se la suonano e se la cantano da soli. Pur essendo lecito, non è certo un meccanismo che avvicina milioni di persone: in confronto, Kim Jong-un è un campione della democrazia.
In tempi recenti, nel social network X si è creata una situazione piuttosto curiosa: alcuni post della Lucarelli non sono stati ricondivisi da nessuno. Ripetiamo: nessuno. In altre parole, nessuno si fida più delle sparate della Lucarelli, o comunque nessuno le ritiene interessanti, anche nel timore di ricevere le stesse condanne per diffamazione della Lucarelli. D'altra parte, può accadere che il medesimo post generi invece molte interazioni su Facebook o Instagram. Non siamo sorpresi, poiché il pubblico di Facebook o Instagram è mediamente più avvezzo a chiacchiere e stupidaggini di vario genere.
Ma allora, da dove spuntano tutti i milioni di seguaci inattivi?
A questo proposito, fa molto riflettere il fatto che Selvaggia Lucarelli difenda a spada tratta tale Mirko Scarcella, un ex venditore di decine di milioni di account falsi per Facebook, Twitter, Instagram, YouTube e TikTok — i cosiddetti bot o fake, creati in serie principalmente in India, Pakistan, Turchia e Brasile — che pubblicizzava la propria attività commerciale raccontando di essere lo spin doctor e social media manager di Paris Hilton, Taylor Swift, Donald Trump, Cristiano Ronaldo, Kim Kardashian, Sylvester Stallone, George Clooney, tutta l'università di Harvard e chi più ne ha più ne metta. In altre parole, questo individuo si presentava in giro per l'Italia come ideatore e gestore della presenza online delle persone più seguite su Internet — o sui media in genere — a livello mondiale: un vero fenomeno internazionale della comunicazione mediatica. Diceva di avere scoperto personalmente un fantomatico "algoritmo miracoloso" per creare e/o raccattare follower sui social network molto rapidamente. Il suo onorario era pensato per una clientela d'élite: telefonare a Scarcella per prendere un appuntamento costava 347 euro, e l'eventuale collaborazione era costituita da "consulenze" di 60 minuti del costo di 5 mila euro cadauna — come ricorda tuttora il suo sito — da versare anticipatamente in contanti. Peccato solo che, contattati telefonicamente dalle Iene per porre la domanda "Do you know Mirko Scarcella?" ovvero "Conosci Mirko Scarcella?", nessuno dei tanti noti personaggi avesse mai sentito nominare Mirko Scarcella: tutti cadevano dalle nuvole, e le tipiche risposte erano "Who is Mirko Scarcella?", e "Mirko Scarcella who?" ovvero "Mirko Scarcella chi?". È disponibile online il documentario principale delle Iene su Mirko Scarcella, assieme a tanti altri documentari aggiuntivi. Attenzione: il solo documentario principale dura tre ore e mezza, perché il materiale su Scarcella di sicuro non manca! Se non avete tempo di guardarlo tutto, c'è anche una versione più corta (la prima).
In realtà, Scarcella è semplicemente un ex cameriere di Gianluca Vacchi; quest'ultimo conferma di averlo conosciuto e di averlo utilizzato per farsi portare il caffè ecc. ma riferisce di averne preso le distanze da due anni (al momento dell'intervista), definendolo senza mezzi termini "un ciarlatano" e paragonandolo a "un dermatologo pelato che vuole curarti la calvizia". Vacchi si dice anche seccato perché Scarcella usa il suo nome per farsi pubblicità.
Mirko Scarcella aveva anche un blog nel sito forbes.com in cui insegnava "come diventare ricchi facendo l'influencer"; la rubrica settimanale è stata però cancellata quando dalle parti di Forbes si sono accorti del tarocco italiota.
Con il passare dei mesi, si sono fatte vive in televisione anche decine di persone che raccontano di essere state "assunte" in Italia da Scarcella, tipicamente in nero, ma non sono mai state pagate; tipicamente, gli importi vanno dai 2000 ai 5000 euro a testa. Attenzione, non si tratta degli inesistenti dipendenti della presunta ditta internazionale che dovrebbe occuparsi di gestire il fantomatico algoritmo miracoloso acchiappa-followers e acchiappa-like, ma semplicemente di italiani ingaggiati da Scarcella per svolgere lavoretti di vario genere (paparazzate ecc.) prima di buttarsi sui social network.
A ogni modo, fin qui poco male: tutto sommato, il mondo è sempre stato pieno di venditori di fumo, quindi questo genere di notizie non ci sorprende.
Nella foto: Mirko Scarcella, che raccontava di possedere un patrimonio personale multi-miliardario, frutto dei guadagni stratosferici derivanti dal fatturato delle sue presunte aziende sparse per il mondo, e di condurre una vita fatta di lussi proprio come i personaggi di cui sarebbe stato lo spin doctor (Paris Hilton, Kim Kardashian, Cristiano Ronaldo, Donald Trump, George Clooney ecc.), diceva su Instagram di rilassarsi nel suo jet privato, da cui, mostrando un catalogo contenente foto di sé stesso, dispensava massime di Confucio e perle di saggezza su come diventare "ricchi influencer" e godersi la vita con tanti soldi senza fare niente dalla mattina alla sera ecc. Al grido di "vincenti si nasce", Scarcella invitava tutti a prendere esempio da lui. Questi post ricevevano una marea di like con commenti del tipo "beato te…" o "wow!", e Instagram li metteva in vetrina anche per chi non seguiva Scarcella. Tuttavia, come al solito non è chiaro se like e commenti fossero veri o finti.
Peccato solo che, come mostrato dalle Iene, si trattasse semplicemente di un aereo vuoto che rientrava periodicamente all'hangar a fine turno, su cui Scarcella riusciva a imbucarsi a bordo, presumibilmente dando qualche dollaro di mancia a qualcuno. Malgrado le foto farlocche pubblicate su Instagram, Scarcella non ha mai avuto jet privati, limousine, Rolls Royce, Bentley, Aston Martin e Lamborghini Aventador. In realtà, tornava a casa con Uber — per l'esattezza UberX, quello più economico — in modo da evitare il "troppo costoso" taxi. Il tutto, ovviamente, veniva ripreso come sempre dalle Iene.
Ma adesso fa bruscamente irruzione Selvaggia Lucarelli. Infatti, irritata e indispettita dal servizio delle Iene — apparentemente senza motivo, poiché nessuno l'ha mai chiamata in causa e in teoria lei non c'entrerebbe nulla — ha iniziato spontaneamente a fare le barricate per difendere Scarcella, descrivendolo sostanzialmente come vittima inconsapevole di un colossale complotto mediatico architettato dalle Iene e da Mediaset. Tuttavia, le Iene sono mai state processate o tantomeno condannate per diffamazione nei confronti di Scarcella, che a suo tempo aveva annunciato di sporgere denuncia-querela, di cui però non ha reso noto nulla. La Lucarelli, pertanto, come nel controverso caso di Antonio Ciontoli, è l'unica persona al mondo a schierarsi dalla parte di Scarcella e a dargli visibilità — tra l'altro senza aspettare neppure 24 ore! — e una delle sue lunghe interviste inutilmente finalizzate a riabilitarlo viene anche citata dal Corriere della Sera.
Se avete visto il documentario di Netflix "Il truffatore di Tinder", vi sarete accorti che il comportamento del truffatore e quello di Mirko Scarcella sono quasi uguali: in entrambi i casi, i due soggetti diffondono foto sui social network in cui stanno dentro jet privati, auto super-lusso come Rolls-Royce e Lamborghini, alberghi come minimo a 5 stelle e chi più ne ha più ne metta… ma è tutto finto. Nel caso del truffatore di Tinder, lo scopo è trovare donne da spennare; nel caso di Scarcella, lo scopo è trovare clienti — spesso uomini, ma se capitano anche le donne tanto meglio — per i suoi "servizi" di incremento truccato dei follower e gli assurdi corsi su come diventare influencer ricchi e potenti.
In conclusione, cosa dovrebbe importare, di Mirko Scarcella, a Selvaggia Lucarelli? Come mai tiene così tanto a costui, al punto da scattare immediatamente con interviste, comunicati, post sui social, telefonate alla redazione del Corriere della Sera ecc.? È più di una semplice coincidenza il fatto che il primo fosse un creatore seriale di milioni di account-follower falsi e inattivi sui social network, e la seconda abbia proprio milioni di account-follower inattivi sui social network? Traete voi le conclusioni.
Se invece volete leggere su Facebook cosa pensa davvero la gente di Selvaggia Lucarelli, non vi consigliamo di visitare la sua pagina, poiché ha un elenco infinito di bannati-bloccati; invece, date liberamente un'occhiata a qualche altra pagina dove lei viene nominata senza applicare censure ai conseguenti commenti. Ad esempio, un post di La7 su Facebook annunciava:
"Questa sera a Piazzapulita da Corrado Formigli siamo onorati di avere con noi i due grandi giornalisti Selvaggia Lucarelli e Lorenzo Biagiarelli, che ci spiegheranno tutti i temi di attualità."
Il primo commento, praticamente immediato, è stato "Giornalista?? Se quella tamarra è una giornalista, allora io sono il premio Nobel per la letteratura"
Il secondo: "Ottimo motivo per cambiare canale"
Il terzo: "Ma con 50 euro in più potevate pagare il gettone di presenza a un qualunque personaggio un po' meno trash. Andava bene pure Platinette"
Il quarto: "Mi fate venire voglia di guardare 'Protestantesimo' alla stessa ora su Rai2"
Il quinto: "Peccato, vi consideravo una trasmissione seria"
Il sesto: "Perché non dite quante condanne quella soggetta ha preso nell'ultimo anno?"
Il settimo: "Selvaggia, ti do un consiglio da amica: chiudi quel cu*o e piantala di sparare cagate, perché adesso ci hai proprio seccato. È da stamattina che spali mer*a su Fedez e Chiara Ferragni. Se proprio non ha niente da fare, vai a zappare e impara a coltivare l'orto. Sempre meglio che fracassarci le pa**e tutti i santi giorni."
L'ottavo: "Palettara del ca**o! Fuori dai cog*ioni!"
Il nono: "Ma sta su tutti i canali questa? Non le bastano i soldi che già ruba da vent'anni dal canone RAI? Che possano servirle in medicine, magari proprio in quelle medicine Pfizer che tanto le piacciono"
Il decimo: "Santo cielo che dito in cu*o quella donna"
E così via…
Per inciso, chi segue Piazza Pulita e la pagina di La7 non fa nemmeno parte di un pubblico tendenzialmente nemico della Lucarelli. Figuriamoci cosa pensano gli altri.
Questa è la realtà non censurata, altro che i milioni di follower finti su Facebook, Instagram e X. Ovviamente, se Selvaggia Lucarelli continua a censurare tutto, queste cose non ve le farà mai leggere.
Non se ne sentiva la mancanza, ma Mirko Scarcella è tornato; ovviamente non in Italia, dove non ha una bella fama: di fatto, a parte Selvaggia Lucarelli, nessuno si rende ridicolo per difenderlo. Ad ogni modo, adesso dice di fare il venditore di criptovalute e derivati. "Beh, saranno bitcoin… ormai sono abbastanza diffusi", direte voi. Invece no: nel momento in cui scriviamo vende il token EthereumMax — attenzione: da non confondere con il noto (e autentico) Ethereum. Purtroppo, il nome è stato concepito per trarre in inganno gli utenti facendo pensare a Ethereum, e pertanto è attualmente oggetto di una class action in California per truffa aggravata. Ri-cominciamo bene.