Giulia Alice Pozzi, conosciuta anche in forma abbreviata come Giulia Pozzi, è un altro esempio di finta giornalista professionista. Giulia Pozzi si spaccia per una professionista, ma è una pubblicista che non ha mai superato l'Esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di giornalista.
L'unica cosa per cui viene ricordata è avere scopiazzato alcune fake news della finta giornalista Selvaggia Lucarelli, successivamente condannata per diffamazione. Giulia Pozzi raccontava di avere condotto una fantomatica "inchiesta" in cui si era recata sul posto per fare foto ecc. anche se non era vero niente: non c'era mai stata nessuna inchiesta, non c'era nessuna foto, lei non si era mai mossa dal divano di casa sua, e la notizia (farlocca) era copiata dalla pagina Facebook di Selvaggia Lucarelli, poi rimossa a seguito di intervento dell'autorità giudiziaria. In pratica, per acchiappare click, Alice Pozzi copiava le fesserie della palettara di Civitavecchia.
Il blog per cui scrive fake news dice di chiamarsi "La voce di New York" e di avere sede nel Palazzo di vetro dell'ONU. Peccato però che questo blog, molto vicino al Partito Democratico di Elly Schlein — altro che ONU a New York — sia un banale sito web amatoriale in WordPress, gestito da un sedicente giornalista italiano di nome Stefano Vaccara, non iscritto all'Albo dei giornalisti e quindi abusivo. Il blog, spacciato per "testata giornalistica", non può avere sede presso le Nazioni Unite per il semplice motivo che è vietato. Abbiamo contattato l'ONU e nessuno dei funzionari ha detto di avere mai sentito nominare il blog "La voce di New York". Non è vero, quindi, che Giulia Pozzi "lavora per l'ONU", come invece sostiene lei in maniera ridicola.
Siamo davvero schifati. Tutti questi emulatori di Selvaggia Lucarelli si attribuiscono titoli che non hanno e diffondono notizie farlocche col solo scopo di acchiappare click sui social network. Vogliono "diventare importanti, ricchi e famosi" ma non si rendono conto che in realtà fanno solo la figura dei cretini.